Ossidi di zolfo
Gli ossidi di zolfo (SOx) sono rappresentati principalmente da anidride solforosa o biossido di zolfo (SO2) e anidride solforica o triossido di zolfo (SO3).
Il biossido di zolfo è un gas incolore, irritante, non infiammabile, molto solubile in acqua e dall'odore pungente. E' l'inquinante atmosferico più diffuso, uno dei più aggressivi e pericolosi e, essendo più pesante dell'aria, tende a stratificarsi nelle zone più basse dell'atmosfera.
Il triossido di zolfo deriva dall'ossidazione del biossido di zolfo che, reagendo con l'acqua, sia liquida che allo stato di vapore, origina rapidamente l'acido solforico (H2SO4), principale responsabile delle piogge acide(1).
Origine. Gli ossidi di zolfo presenti in atmosfera provengono per due terzi da sorgenti naturali e per la restante parte hanno un'origine antropica. In natura gli ossidi di zolfo, ed in particolare l'SO2, sono originati dalle emissioni legate all'attività dei vulcani. Le attività umane che provocano emissioni in atmosfera di tali ossidi sono principalmente rappresentate dal riscaldamento domestico, dalla produzione industriale e di energia da parte delle centrali termoelettriche. Altre fonti sono la lavorazione di materie plastiche, la desolforazione dei gas naturali e l'incenerimento dei rifiuti. Più contenuta è invece l'emissione dovuta al traffico veicolare, notevolmente ridotta negli ultimi anni grazie al miglioramento dei combustibili da trazione. Inoltre, la diffusione del metano per il riscaldamento domestico ha ulteriormente contribuito a ridurre l'emissione degli ossidi di zolfo ad esso imputabili.
Effetti sulla salute e sull'ambiente. Il biossido di zolfo è un forte irritante delle vie respiratorie. A fronte di una concentrazione troposferica media di 0,2 parti per bilione (ppb), il livello di soglia di presenza avvertibile si riscontra ad una concentrazione di 0,3 parti per milione (ppm) mentre i primi effetti sanitari si rilevano alle concentrazioni di 1,0 ppm con fenomeni di bronco costrizione in corrispondenza di concentrazioni pari a 1,6 ppm. Un'esposizione prolungata a concentrazioni anche molto basse può essere causa di patologie dell'apparato respiratorio, mentre, esposizioni di breve durata, ma a concentrazioni elevate (? 100 ppm), possono indurre un aumento della frequenza del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, nonché irritazione di occhi, gola e naso. Riguardo agli effetti sull'ambiente, gli ossidi di zolfo contribuiscono all'acidificazione delle precipitazioni, con effetti tossici sui vegetali, all'acidificazione dei corpi idrici con conseguente impatto sulla vita acquatica. Inoltre, basse concentrazioni di SO2 provocano un rallentamento della crescita delle piante, mentre per dosi più elevate generano alterazioni fisiologiche tali da provocare la morte delle piante stesse. Sui metalli, sui materiali da costruzione e sulle vernici si riscontrano, poi, degli effetti corrosivi dovuti all'azione dell'acido solforico che trasforma i carbonati insolubili in solfati solubili.
(1) Il fenomeno delle piogge acide consiste nella ricaduta di particelle acide presenti in atmosfera che vengono catturate e deposte al suolo dalle precipitazioni (pioggia, neve, nebbia, rugiada, ecc.). Una pioggia viene definita acida quando il suo pH è minore di 5 (normalmente il pH della pioggia assume valori compresi fra 5 e 6,5) ed è il risultato della mescolanza di diversi inquinanti (in particolar modo ossidi di zolfo e di azoto) con l'ossigeno e il vapore acqueo naturalmente presenti nell'atmosfera.